Comunismo e Nazismo sono mai stati alleati? La risposta è sì, proprio ottantacinque anni fa, anche se si cerca di far dimenticare questa pagina di storia che purtroppo ha avuto conseguenze molto tragiche per tutto il mondo, dato che ha consentito l’inizio della Seconda Guerra Mondiale.
Senza il Patto Molotov-Ribbentrop ovvero Stalin-Hitler del 23 agosto 1939 sarebbe mai iniziata la Seconda Guerra Mondiale? E’ questa la domanda che solitamente poniamo a quanti pontificano sulla guerra 1939-1945, parlando dell’invasione della Polonia senza però premettere il fondamentale accordo di non belligeranza tra l’Unione Sovietica e la Germania (e di spartizione della Polonia come previsto nel protocollo segreto del Patto siglato a Mosca da Molotov e Ribbentrop). Di solito le risposte sono arrampicate sugli specchi e tentativi di minimizzare la portata di tale accordo che rappresenta il “via libera” alla guerra.
Inoltre c’è anche il fattore politico perché dopo l’accordo i partiti comunisti negli altri Paesi dovettero naturalmente allinearsi e quindi “rinunciare” all’antifascismo e all’antinazismo.
E poi c’è l’altra pagina che si tende a dimenticare ovvero l’invasione della Polonia da parte dell’Unione Sovietica proprio grazie all’accordo Molotov-Ribbentrop (e poi un’altra pagina sono le fosse di Katyn in cui i sovietivi .
Del resto come si può sintetizzare la Seconda Guerra Mondiale? Una guerra iniziata per difendere l’indipendenza della Polonia dall’invasione della Germania nazista e conclusasi con la sconfitta della Germania (e dei suoi alleati Italia e Giappone) e l’assegnazione all’Unione Sovietica comunista non solo di parte della Polonia, ma anche delle tre repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania) e l’influenza su tutta l’Europa dell’Est (minando non solo l’indipendenza della Polonia ma anche delle altre nazioni, tutte destinate nel giro di un paio d’anni ad essere dominate per quasi cinquant’anni da un durissimo regime comunista come Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria, Germania Orientale, Romania, Jugoslavia e Albania).
Per un marziano sicuramente è un’assurdità che Gran Bretagna e Francia che il 3 settembre dichiarano guerra alla Germania non abbiano dichiarato guerra anche all’Unione Sovietica dopo che il 17 settembre pure le truppe sovietiche invadono la Polonia nelle regioni orientali e non abbiano concluso la guerra battendosi ancora per la libertà della Polonia, minacciando l’Urss di ricorrere alla potenza delle bombe atomiche già sganciate su Hiroshima e Nagasaki. Un’assurdità pagata poi a duro prezzo dall’Europa e da tutto l’Occidente costretto a convivere con 50 anni di espansionismo sovietico e comunista in Asia e in Africa (con punte anche in America centrale e del Sud), di guerra fredda e di rischio di guerra nucleare.
Ma quando è iniziata la Seconda Guerra Mondiale? Quasi tutti vi diranno il 1 settembre quando i soldati tedeschi hanno varcato il confine polacco mentre altri indicheranno la data del 23 agosto 1939, giorno dell’accordo Molotov-Ribbentrop. Un accordo siglato a sorpresa al Cremlino alla presenza dello stesso Stalin, cogliendo in contropiede le diplomazie di Gran Bretagna e Francia che in quelle stesse settimane a Mosca stavano lavorando ad un’alleanza con l’Unione Sovietica in funzione antitedesca per evitare la guerra (avevano presentato anche un piano che prevedeva il transito delle truppe sovietiche sul territorio polacco, rifiutato però dal governo di Varsavia).
Stalin invece preferisce accordarsi direttamente con Hitler (già a maggio ha sostituito agli Esteri il filo-occidentale e antinazista Maksim Livtinov con Molotov) perché teme che la Germania possa rivolgere le sue attenzioni belliche contro l’Unione Sovietica, mentre invece ha bisogno di tempo per riuscire a farsi trovare militarmente ben preparato. Firmando l’accordo si garantisce non solo un periodo di pace con la Germania ma anche di poter invadere a sua volta la Polonia per occupare i territori persi dopo la Prima Guerra Mondiale e avere mano libera verso la Finlandia e le repubbliche baltiche, mentre le forze occidentali sono impegnate con la Germania. Inoltre l’Urss evita il rischio di trovarsi tra due fuochi con la Germania a occidente e il Giappone a oriente (allora gli Stati Uniti erano ben lontani dall’entrare in guerra).
Un accordo che sancisce di fatto l’inizio delle ostilità, anche se per alcuni osservatori l’accordo Hitler-Stalin poteva rappresentare pure un passo verso la pace perché teoricamente poteva convincere il governo di Varsavia a raggiungere una soluzione per il Corridoio verso Danzica (la striscia di terra che consentiva lo sbocco al mare), ma nessun cedimento della Polonia (e poi l’Urss certamente non avrebbe rinunciato ad invadere la Polonia orientale) e quindi l’accordo si conferma come l’evento decisivo per la guerra.
Senza quell’accordo (e quindi magari un patto tra Urss, Francia e Gran Bretagna) Hitler avrebbe invaso la Polonia, esponendosi sul fronte occidentale e sul fronte orientale? Decisamente no, sarebbe stato troppo rischioso e difatti rivolgerà le sue attenzioni all’Urss solo nel 1941, rompendo l’accordo dell’agosto 1939, quando si è ben stabilizzato sul fronte occidentale.
Cosa prevedeva l’accordo Moloto-Ribbentrop? La reciproca non belligeranza; la neutralità nel caso di impegno bellico di una delle due parti; le consultazioni sugli interessi comuni; l’impegno a non partecipare ad alleanze di potenze ostili ad una delle due parti; l’istituzione di un collegio arbitrale e una validità di 10 anni. A questo protocollo ufficiale si aggiunge un protocollo destinato a rimanere segreto che fissa nella frontiera settentrionale della Lituania il confine delle zone di interesse della Germania, lasciando così all’Urss l’Estonia, la Lettonia e la Finlandia; divisione anche della Polonia con confine posto sulla linea Narew-Vistola; disinteresse della Germania anche per la Bessarabia, consentendo all’Urss di “espandersi” anche nei territori della Romania.
Avendo siglato un simile accordo è chiaro che se la Polonia non accetta gli ultimatum posti dalla Germania (come accaduto nel 1914 con la Serbia e gli ultimatum austriaci), come poi avvenuto, sono iniziati i combattimenti.
Quindi a buon ragione si può sostenere che come la Prima Guerra Mondiale ha inizio con l’uccisione a Sarajevo dell’arciduca Francesco Ferdinando e della moglie, così la Seconda Guerra Mondiale ha inizio con il Patto Germania-Unione Sovietica siglato da Ribbentrop e Molotov.
Un accordo “scomodo” e che in qualche modo si tende a minimizzare, relegandolo nei libri di storia ad antefatto marginale. Eh no, il suo ruolo è fondamentale. Non a caso come viene accolto (e non si conosceva il protocollo segreto?) nel resto del Mondo? Con la certezza della guerra. Se c’era ancora qualche dubbio e qualche speranza, vengono spazzati via. Emblematici ad esempio due articoli del “Corriere della Sera” del 24 agosto da New Yor e da Londra. Nel primo “Gli Stati Uniti rimangono vincolati dalla legge sulla neutralità” si afferma che i cittadini americani presenti in Polonia per turismo, per lavoro o ivi residenti sono stati già sollecitati a rimpatriare, che il Segretario di Stato Hull (ovvero il ministro degli Esteri) ha interrotto le vacanze per tornare a Washington e che l’ambasciatore polacco è stato informato «che in ogni caso la condotta degli Stati Uniti è precisata dalla legge di neutralità».
Nel secondo, dal titolo “L’ansia del domani sempre più manifesta a Londra” si legge: «La prima impressione è profonda, benché l’avvenimento fosse ormai atteso come ineluttabile. Tutti i mezzi più efficaci di propaganda –dalla radio ai giornali e dal cinema alla televisione- sono stati mobilitati per mitigare la costernazione che gli ultimi avvenimenti hanno provocato in Inghilterra e per dare al mondo l’impressione che, sia pure senza il desiderato sostegno dell’orso sovietico, il vecchio leone britannico è sempre pronto alla lotta».
Inoltre sui giornali di tutto il mondo si sprecano vignette sull’accordo Hitler-Stalin, considerando che nazismo e comunismo finora sono sempre stati nemici. Infatti l’accordo porta i partiti comunisti europei, allora strettamente collegati e dipendenti da Mosca, a cambiare il proprio atteggiamento, dovendo abbandonare l’antifascismo per passare ad un quasi collaborazionismo.
Del resto tutti gli osservatori rimangono sbalorditi, c’è chi interpreta il patto come l’estremo esempio della prevalenza della ragion di Stato sull’ideologia e chi invece vi ravvisa l’estremo risultato di una profonda affinità ideologica su basi anti-occidentali tra due totalitarismi come il nazismo tedesco e il comunismo sovietico.
Comunque sia il risultato è la guerra.
Respinto da Varsavia l’ultimatum, il 1 settembre i tedeschi invadono la Polonia e giungono a Danzica. Il 3 settembre Gran Bretagna e Francia dichiarano guerra alla Germania che il 6 occupa Cracovia mentre il governo fugge all’estero e il 9 inizia la battaglia di Varsavia. Il 17 settembre anche i sovietici invadono la Polonia, occupando le province orientali. Il 27 settembre cade Varsavia e il giorno dopo Thorn ultimo centro di resistenza
Il 28 settembre nuovo accordo fra la Germania di Hitler e l’Unione Sovietica di Stalin che sancisce la divisione della Polonia con protocollo segreto che assegna ai tedeschi il controllo di Varsavia e Lublino in cambio del passaggio della Lituania alla sfera d’influenza sovietica (sarà occupata dalle truppe sovietiche assieme a Estonia e Lettonia nel giugno 1940, mentre la Finlandia riesce a respingere l’avanzata sovietica iniziata il 1 novembre 1939, e resterà indipendente).